Carola Rackete e il mare

Il crimine di Carola Rackete è quello di aver rispettato antiche tradizioni di mare, rispettate anche da animali come i nazisti. Tradizioni che riconoscono un limite al dominio dell’uomo, un limite alla capacità di poter governare le forze della natura.

Se andiamo in mare, noi esseri non dotati di pinne e non in grado di respirare, siamo soggetti a regole di forza delle natura che non possiamo in alcun modo governare, salvo l’aver imparato a navigare su bagnarole che da secoli cercano di illudersi che tutto possa andare bene.

Anni fa anche le grandi compagnie di navigazione come Costa Crociere dovette scoprire che anche super macchine super progettate possono andare alla deriva, sconfitte da uno scoglio, sconfitte da un destino che non si può governare.

Il crimine di Carola Rackete è diver affermato ancora una volta che tra essere umani, abbandonati tra le onde del mare, non ci sono valutazioni, non ci sono ideologie. C’è solo la primordiale priorità di salvare gli essere umani.

Non c’è razza, religione, colore o cosa altro che possa impedire questo intervento.

C’è solo il mare… è un dovere superiore aiutare chi è in difficoltà, dettato da leggi così antiche che possono essere considerate originarie della Vita stessa.

Andrea Grilli

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